TERAMO – Continua il braccio di ferro tra il rettore dell’Università di Teramo Rita Tranquilli Leali e gli organi di Ateneo. Dopo la sfiducia politica del Senato accademico, messa anche nero su bianco, arriva adesso un nuovo documento del Consiglio di amministrazione, l’organo tecnico a cui spetta la programmazione finanziaria e patrimoniale dell’Ateneo. Molti componenti del Cda, tra cui anche il rappresentante designato dal Comune di Teramo, Giorgio D’Ignazio, hanno già firmato un documento, in cui, in sostanza, prendono le distanze dagli ordini del giorno che dovrebbero essere votati questa mattina e che riguardano il piano triennale di investimenti. In pratica la maggioranza dei rappresentanti del Cda (solo solo 4, al momento, quelli che non hanno sottoscritto il documento, tra cui il prorettore Fulvio Marsilio) non vuole approvare le scelte del rettore per il futuro dell’Ateneo, perché queste non sono state avallate dal Senato accademico. «Siamo disposti – afferma D’Ignazio – a portare avanti solo l’ordinaria amministrazione, per evitare la paralisi dell’Ateneo». Nessuna spesa “straordinaria”, quindi, come quella, che fa parte degli ordini del giorno, di ben 1,8 milioni di euro per la ristrutturazione del Rettorato di viale Crucioli. «E’ una questione di legalità», aggiunge D’Ignazio. Adesso non resta da vedere quale sarà la reazione del rettore di fronte a questo ennesimo smacco: dopo il Senato, anche le rappresentanze studentesche, infatti, hanno preso posizione, chiedendo al rettore di farsi da parte, non tanto perchè vicina alla pensione, ma soprattutto perché il suo programma viene giudicato ormai obsoleto per le nuove e complesse sfide che l’Ateneo teramano dovrà affrontare nei prossimi anni.